Innovation Agri Tour 2021. Dall’Iot alla Blockchain, l’era delle piattaforme dati

La platform economy e l’agricoltura. Per uscire dall’anonimato e ricevere il giusto compenso non basta produrre dei cibi sani e buoni, bisogna imparare a raccontare la propria storia e i propri metodi produttivi. Ecco come la tecnologia può aiutare.

Ospiti:

  • Giovanni Di Nardo – Program Manager Agriculture and Environment Practice di Almaviva
  • Andrea Richetta – Head of Arduino PRO Customer Success
  • Claudio Corsini – Electrical and Electronic Design manager Argotractors
  • Emanuele Imprudente – Vicepresidente e Assessore Agricoltura Regione Abruzzo
  • Rodolfo Di Pasquale – Presidente Consorzio di Tutela IGP Patata del Fucino
  • Alberto Maghini – Territory Customer Support Manager di John Deere Italia

Innovation Agri Tour, il tasto dolente della commoditizzazione

Il tema che si è toccato nell’ultima tappa dello IAT (Innovation Agri Tour) è davvero cruciale: come liberare la produzione agricola dal rischio della commoditizzazione. Cioè come evitare che delle merci, che hanno o che potrebbero avere una loro identità e quindi un valore economico, nettamente riconoscibile in termini qualitativi, finiscano per diventare delle produzioni generiche agli occhi del mercato o dei consumatori. In pratica come la tecnologia possa aiutare ad attribuire valore aggiunto a delle produzioni che rischiano di essere svalutate. Abbiamo cercato di ricostruire una filiera portando attorno al nostro tavolo virtuale, il committente (la Regione Abruzzo), un’utente (il Consorzio di Tutela IGP Patata del Fucino), il partner tecnologico, (Almaviva) e alcuni dei player che questa piattaforma devono in qualche modo alimentarla con i loro dati, cioè chi costruisce trattori (John Deere Italia e Argo Tractors) e chi abilita la raccolta dati e sui dati lavora (Arduino).

Il risultato è piuttosto interessante, perché se è vero che le tecnologie necessarie ci sono, il problema è fare sistema e per creare il contesto culturale in cui questo ecosistema funzioni davvero. La svolta è ancora una volta la consapevolezza del consumatore e la sua disponibilità a spendere ‘un centesimo’ in più per acquistare dei prodotti di cui conosce la storia vera, quella scritta dai dati sulla base di sensori posti sul terreno o sulla base di informazioni raccolte e trasmesse direttamente dai mezzi agricoli. Perché il punto è quello di riuscire a liberare chi lavora i campi da fatiche inutili, come quelle di compilare un registro con le azioni svolte ogni giorno o dal fotografare (ed è solo un esempio) la crescita delle sue colture. Non perché siano compiti poco utili o interessanti, ma perché sono azioni che possono essere svolte automaticamente evitando di commettere errori di trascrizioni. E anche perché dati raccolti in automatico da enti terzi possono a loro volta rappresentare una sorta di certificazione, in un circuito virtuoso di valorizzazione.

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Una piattaforma innovativa

In questo senso la piattaforma presentata da Regione Abruzzo rappresenta un passo interessante perché in grado di riunire dati diversi da quelli legati alla produzione, come quelli finanziari, e di renderli disponibili una volta per tutte. Non solamente per raccontare la storia del prodotto attraverso le diverse fasi, ma anche per metterli a disposizione delle aziende tutte le volte che sono necessari per partecipare a bandi o per accedere a finanziamenti. Senza quindi dover ripresentare, come sempre accade, più volte le stesse informazioni.

Dal punto di vista più generale se è vero che il processo di digitalizzazione si ripaga automaticamente, anche perché in questo momento gli investimenti in 4.0 sono quasi completamente finanziati, il passaggio successivo è riuscire a far parlare tra loro tutti gli agenti che intervengono lungo la filiera. Questo vuol dire fare in modo che tutte le macchine utilizzate riescano davvero a comunicare tra loro trasmettendo dati omogenei, un passo in avanti a cui si sta lavorando a livello europeo, che vede un buon impegno delle aziende, ma che nella sostanza non è ancora stato compiuto.

Parola chiave? Interoperabilità

Interoperabilità sembra quindi dover essere la parola chiave dei prossimi anni, dare la possibilità a operatori del settore di scegliere liberamente le macchine da adottare avendo la certezza che queste possano trasmettersi dati e collaborare facilmente, anche senza l’uso di ‘luoghi terzi di incontro’ che agiscano da mediatori. Un’altra forza della piattaforma presentata da regione Abruzzo con Almaviva è quella di essere potenzialmente scalabile e quindi ampliabile su scala più ampia rispetto a quella regionale (cosa che evidentemente porrebbe alcuni problemi di governance). In questo contesto è comunque molto interessante evidenziare anche l’ingresso di un ‘nuovo’ player come Arduino che rappresenta ormai uno standard internazionale.

È un punto di riferimento che si porta dietro una grande community molto abituata a pensare in maniera open e a risolvere con l’intelligenza collettiva problemi concreti e puntuali. In questo caso ha presentato una scheda progettata per la gestione dell’agricoltura di precisione e in particolare del water management; ma è evidente che oltre all’hardware il cuore del progetto è la piattaforma cloud che permette la trasmissione e la gestione in sicurezza di dati ricevuti, potenzialmente, da tutte gli agenti presenti sul campo. Siano essi dati dei trattori, satellitari o dei sensori sparsi in campo. È interessante perché evidenzia come l’agricoltura e il valore aggiunto che le gira intorno stia evidentemente cambiando. Raccontare la storia di un prodotto, nel dettaglio e con la certezza di dare informazioni corrette diventerà presto un asset chiave anche delle aziende agricole e il fatto che questo l’abbiano capito aziende non ‘naturalmente’ vicine al settore evidenzia il fatto che qualcosa si sta muovendo e che la spinta dei consumatori si sta facendo sempre più forte e importante.